I BISCOTTI DANESI DEL KF

The Far Woods – “Repair is a radical act”

Bio Sonya e Nina Montenegro

Attività studio creativo di rammendo e cucito The Far Woods (USA)

Dove Instagram: thefarwoods

L’altro giorno, mentre cucivo a macchina una custodia per il pc, ho ripercorso un pensiero che faccio spesso: riusare, riparare, fare da sé gli oggetti, sono degli atti rivoluzionari molto potenti.

È un rifiuto categorico delle dinamiche del consumismo, ma allo stesso tempo nutre la voglia di rinnovamento e cambiamento che di solito chiamiamo “voglia di comprarsi qualcosa di bello”.

Allo stesso tempo, è un modo per mettere alla prova la propria creatività e manualità (e la propria pazienza, per chi ne ha poca come me).

Lo studio The Far Woods, ideato e gestito da due sorelle del Midwest negli Stati Uniti, si riappropria dell’atto del rammendo come gesto antico, lento, paziente – ossia tutto ciò di cui sentiamo la mancanza oggi.

Sulla loro pagina danno consigli su come riparare in modo creativo e colorato capi di vestiario bucati o strappati. Hanno anche scritto (e illustrato) un libro a riguardo: “Mending Life”, schematico e chiaro, per chiunque voglia avvicinarsi a questa semplice ma potentissima arte.

Soledad

I BISCOTTI DANESI DEL KF

I DISASTRI DELLA GUERRA

di Francisco José de Goya y Lucientes
Soggetto 03 – Con o senza la ragione

In mostra a Milano fino al 3 Marzo Goya – La ribellione della ragione
Tutte le incisioni

Ricordo di aver fissato questa incisione durante la mia visita. Con razon o sin ella, il titolo in corsivo sotto la testa fracassata in primo piano.
Mai avrei immaginato una frase potesse essere così crudele.

I disastri della guerra sono una serie di 82 incisioni che l’artista Francisco Goya eseguì durante la lunga e sanguinosa Guerra di indipendenza spagnola (1808-1814).

Kitty

I BISCOTTI DANESI DEL KF: Green Border

GREEN BORDER, Agnieszka Holland

Opera Green Border, 2023 (docu-film)

Dove Attualmente nelle sale

Oggi la scatola di biscotti danesi ci riserva – eccezionalmente – un altro film per questa settimana: Green Border, della regista polacca Agnieszka Holland.

Un film-documentario che ci fa percorrere, insieme ad alcuni migranti dalle diverse storie e motivazioni per intraprendere il loro viaggio verso l’Europa, la zona al confine tra Bielorussia e Polonia. Una zona coperta da foreste e paludi, presidiata da soldati di entrambi i paesi che non fanno che scaricare l’uno sull’altro la responsabilità dei migranti, i cui diritti umani e la cui dignità vengono sistematicamente violati.

Un film tutto in bianco e nero che ci interroga con forza.

Soledad

I BISCOTTI DANESI DEL KF

Cos’hanno in comune le droghe e la Prima Guerra Mondiale?
Che hanno rovinato al vita ad uno dei migliori poeti dell’espressionismo austriaco.

Nato sotto una stella sbagliata e cresciuto combattendo una pesante tossicodipendenza, Georg Trakl riesce a lasciarci delle splendide poesie, prima di abbandonare questa valle di lacrime per overdose (dopo aver tentato di spararsi sul fronte orientale in Polonia mentre era in servizio come ufficiale medico) nel 1914.

Qui sotto trovate la sua ultima poesia. Commuoviamoci insieme.
(Billy Pilgrim)

Tedesco

Am Abend tönen die herbstlichen Wälder
Von tödlichen Waffen, die goldnen Ebenen
Und blauen Seen, darüber die Sonne
Düstrer hinrollt; umfängt die Nacht
Sterbende Krieger, die wilde Klage
Ihrer zerbrochenen Münder.
Doch stille sammelt im Weidengrund
Rotes Gewölk, darin ein zürnender Gott wohnt
Das vergoßne Blut sich, mondne Kühle;
Alle Straßen münden in schwarze Verwesung.
Unter goldnem Gezweig der Nacht und Sternen
Es schwankt der Schwester Schatten durch den schweigenden Hain,
Zu grüßen die Geister der Helden, die blutenden Häupter;
Und leise tönen im Rohr die dunklen Flöten des Herbstes.
O stolzere Trauer! ihr ehernen Altäre
Die heiße Flamme des Geistes nährt heute ein gewaltiger Schmerz,
Die ungeborenen Enkel.

Georg Trakl, “Grodek” (1914)

Italiano

A sera risuonano i boschi autunnali
d’armi letali, le auree distese
e gli azzurri laghi, e dall’alto il sole
rovina all’orizzonte, più oscuro; la notte abbraccia
guerrieri morenti, il furioso lamento
delle loro bocche in frantumi.
Pure silenziosa si raduna fra i salici
rossa nube, soggiorno di un dio furente,
il sangue sparso, argentea frescura;
tutte le strade sfociano in nera putredine.
Sotto gli aurei rami della notte stellata
vacilla l’ombra della sorella per la selva ammutolita,
a salutare gli spiriti degli eroi, le teste insanguinate;
e lievi risuonano nel canneto i sinistri flauti autunnali.
O più fiera pena! O voi, are di bronzo,
un possente dolore nutre oggi l’ardente fiamma dello spirito,
i nipoti non nati.


KF’S DANISH BISCUITS

What do drugs and WWI have in common?
That they both contribute to ruin the life of one of the best expressionist poets from Austria.

Born under an unlucky star and grown upon battling a heavy case of addiction, Georg Trakl has managed to leave us some beautiful poems, before departing this vale of tears after an overdose (he was interned after attempting suicide while serving as a medical officer on the Eastern front in Poland) in 1914.

This was his last poem. Let’s get emotional together.
(Billy Pilgrim)

German

Am Abend tönen die herbstlichen Wälder
Von tödlichen Waffen, die goldnen Ebenen
Und blauen Seen, darüber die Sonne
Düstrer hinrollt; umfängt die Nacht
Sterbende Krieger, die wilde Klage
Ihrer zerbrochenen Münder.
Doch stille sammelt im Weidengrund
Rotes Gewölk, darin ein zürnender Gott wohnt
Das vergoßne Blut sich, mondne Kühle;
Alle Straßen münden in schwarze Verwesung.
Unter goldnem Gezweig der Nacht und Sternen
Es schwankt der Schwester Schatten durch den schweigenden Hain,
Zu grüßen die Geister der Helden, die blutenden Häupter;
Und leise tönen im Rohr die dunklen Flöten des Herbstes.
O stolzere Trauer! ihr ehernen Altäre
Die heiße Flamme des Geistes nährt heute ein gewaltiger Schmerz,
Die ungeborenen Enkel.

Georg Trakl, “Grodek” (1914)

English

At evening the woods of autumn are full of the sound
Of the weapons of death, golden fields
And blue lakes, over which the darkening sun
Rolls down; night gathers in
Dying recruits, the animal cries
Of their burst mouths.
Yet a red cloud, in which a furious god,
The spilled blood itself, has its home, silently
Gathers, a moonlike coolness in the willow bottoms;
All the roads spread out into the black mold.
Under the gold branches of the night and stars
The sister’s shadow falters through the diminishing grove,
To greet the ghosts of the heroes, bleeding heads;
And from the reeds the sound of the dark flutes of autumn rises.
O prouder grief! you bronze altars,
The hot flame of the spirit is fed today by a more monstrous pain,
The unborn grandchildren.

I BISCOTTI DANESI DEL KF

LA SEDE DEL PARTITO COMUNISTA FRANCESE

Autore Oscar Niemeyer, 1965-1980

Opera Sede centrale del Partito Comunista Francese

Dove Parigi, Place du Colonel Fabien, 19° arrondissement

Costruita sessant’anni fa ma in realtà fra centocinquanta, questa navicella spaziale bianca e verde ci fa entrare in un libro di Asimov o in 2001: Odissea nello spazio pur restando nel quartiere Jaurès, nella parte nord-est di Parigi.

L’architetto brasiliano Niemeyer, ideatore del progetto, ne parlava così:

Da notare un paio di particolari legati alla toponomastica del luogo in cui sorge l’edificio: Place du Colonel Fabien ha le stesse iniziali di Parti Communiste Français; il colonello Fabien, a cui è dedicata la piazza, è stato inoltre un importante esponente della Resistenza francese.

Soledad

I BISCOTTI DANESI DEL KF

DOROTHEA LANGE

Bio Hoboken, 1895 – San Francisco, 1965

Opera Reportage fotografici sui migranti negli Stati Uniti durante la Grande Depressione

Dove Museo Civico di Bassano del Grappa, fino al 4 febbraio 2024

I volti, i passi, i bagagli e i rifugi di fortuna delle fami glie che, tra gli anni ’30 e gli anni ’40 del ‘900 negli USA, si sono viste costrette a migrare di stato in stato per sopravvivere alla crisi economica, alla siccità e alle tempeste di polvere che seppellivano i campi coltivati.

Spostandosi anche a piedi o in autostop, trascinandosi dietro carrelli e valigie pieni dei pochi averi, intere (e spesso numerose) famiglie abbandonavano le proprie terre d’origine per ritrovarsi a vivere in tende strappate, a temperature sotto lo zero, con sussidi insufficienti e lavori stagionali gravemente sottopagati.

I reportage di Lange, documentando con fotografie intense e didascalie sotto forma di annotazioni l’estrema povertà di individui e famiglie abbandonati a loro stessi, hanno dato un contributo concreto all’implementazione di aiuti economici sufficienti all’inizio di una ripresa, anche se troppo tardivamente: molte comunità hanno vissuto anche due o tre inverni senza una casa, barattando la propria tenda pur di avere cibo per qualche giorno (foto 2).

La mostra include anche diversi scatti da un reportage sui cittadini americani di origine giapponese che nel 1941, a seguito dell’attacco di Pearl Harbor, vennero deliberatamente allontanati dalle proprie case e comunità, in massa, per essere rinchiusi in campi di detenzione. Il reportage fu in parte censurato, poiché fu esplicitamente impedito a Lange di mostrare nelle foto le misure di sicurezza attive nei campi, quali guardie armate, cancellate e filo spinato.

Una mostra da visitare, organizzata e documentata in modo chiaro e interessante.

Soledad