IL FILM DEL SABATO: I segreti di Brokeback Mountain (2005)

I segreti di Brokeback Mountain

Regia Ang Lee
Sceneggiatura Larry McMurtry, Diana Ossana, a partire dal racconto Gente del Wyoming di Annie Proulx
Genere Drammatico
Stati Uniti, 2005, 134′

È un film che hanno già visto tutti? Forse sì.

Ma I segreti di Brokeback Mountain è un film che si fa guardare, riguardare, ripensare.

Da quando l’ho visto per la prima volta, molti anni fa, è entrato ed è rimasto nella lista dei miei film preferiti, per diversi motivi. Soprattutto, perché è una storia dal finale non scontato e disarmante, che innesca una riflessione sui ruoli che le persone assumono all’interno delle relazioni, mostrando il contrasto che, a volte, esiste tra il ruolo “di facciata” che in apparenza si ricopre e quello che realmente si ha all’interno di un’amicizia o di un amore.

Se hai sempre visto soltanto i meme e mai il film, non è comunque troppo tardi: lanciati. Ma prepara i fazzoletti.

Soledad

IL FILM DEL SABATO: Pane e tulipani (2000)

Pane e tulipani

Regia Silvio Soldini
Sceneggiatura Doriana Leondeff, Silvio Soldini
Genere Commedia
Italia/Svizzera, 2000, 114′

Colori vivi, tanti fiori, un bicchierino di liquore Strega alla sera, quartieri poco noti di Venezia.

Non serve altro per rendere questo film uno dei miei preferiti.

Soledad

IL FILM DEL SABATO: Persepolis (2007)

Persepolis

Regia Marjane Satrapi
Sceneggiatura Marjane Satrapi, Vincent Paronnaud
Genere Animazione, biografico, drammatico
Francia, 2007, 95 min

Film per sempre necessario e commovente.

Realizzato dalla fumettista, regista e attivista Marjane Satrapi a partire dalla propria autobiografia a fumetti, uscita nel 2000, sulla sua vita in Iran a partire dalla sua infanzia (nel 1979 aveva dieci anni) fino all’età adulta.

Nelle ultime settimane è tornato nelle sale, distribuito nella sua versione restaurata dalla Cineteca di Bologna con il suo progetto Il Cinema Ritrovato. Al cinema. Giusto in tempo per osservare i grandi cambiamenti in corso in Iran nell’ultimo paio d’anni: le ribellioni coraggiose delle studentesse, le manifestazioni nelle strade, la fiducia nel futuro.

Personaggio preferito: la nonna – che con i suoi consigli solenni funge da Grillo Parlante alla nipote Marjane anche quando sono lontane – e i suoi fiori di gelsomino.

Soledad

IL FILM DEL SABATO: Duck Soup (1933)

Duck Soup

Regia di Leo McCarey
Sceneggiatura di Bert Kalmar, Harry Ruby
Prodotto da Herman J. Mankiewicz
Distribuito da Paramount Pictures
USA 1933, 68”

Probabilmente il film più celebre dell’irresistibile gruppo comico dei fratelli Marx (l’ultimo con la partecipazione di Zeppo Marx), nonché una pietra miliare del cinema comico statunitense, selezionato nel 1990 per la conservazione nel National Film Registry della Biblioteca del Congresso.
Una pellicola che riassume efficacemente le collaudate capacità comiche dei Marx – con ampio spazio alle fulminanti battute nonsense di Groucho, perlopiù affiancato dalla solida spalla comica offertagli da Margaret Dumont.
In questo gioiello della Hollywood Pre-Code Leo McCarey, celebre regista di commedie, guida i tre maniacali fratelli in uno scontro insensato tra due immaginari stati confinanti, che offre un sagace ed estemporaneo spunto di riflessione sulla stupidità della guerra.
Di questo film inoltre si ricorda una delle più celebri versioni della cosiddetta “gag dello specchio”.

(A.S. Crudeli)

IL FILM DEL SABATO: La Haine (1995)

La Haine (L’odio)

Regia Mathieu Kassovitz
Sceneggiatura Mathieu Kassovitz
Drammatico

Francia, 1995, 98 minuti

Questa è la storia di un uomo che cade da un palazzo di cinquanta piani. Mano a mano che cadendo passa da un piano all’altro, il tizio, per farsi coraggio, si ripete: “Fino a qui tutto bene. Fino a qui tutto bene. Fino a qui tutto bene.” Il problema non è la caduta, ma l’atterraggio.

Hubert

Ventiquattro ore della vita di Vinz, Said e Hubert all’indomani di una notte di violenti scontri con la polizia, La Haine mette in scena la loro esperienza in una banlieue parigina, i loro incontri-scontri con la polizia e le loro scorribande in città. Il film offre una profonda riflessione sui mali della società francese (ma potrebbe essere ambientato ovunque in Europa) attraverso uno spaccato di vite spinte ai margini che rivendicano dignità senza compassione o pietismi: “Le monde est à nous”.

IL FILM DEL SABATO: American Pop (1981)

American Pop

Regia di Ralph Bakshi
Sceneggiatura di Ronni Kern
Prodotto da Ralph Bakshi, Martin Ransohoff
Distribuito da Columbia Pictures
USA 1981, 96”

Il capolavoro (a mio avviso) del regista e animatore statunitense Ralph Bakshi. In questo lungometraggio, animato con la tecnica del rotoscopio – già sapientemente sperimentata dal regista – si narra la vicenda di quattro generazioni della stessa famiglia, nella quale la passione per la musica e per lo spettacolo passa di padre in figlio.
Una vicenda familiare connessa con l’evoluzione della musica popolare statunitense, che permette al film di esplorare il tessuto socio-culturale nel quale essa si è sviluppata, dall’inizio del XX secolo fino agli anni Ottanta dello stesso. Il film inoltre collezione un numero impressionante di brani, tanto che per la sola colonna sonora la produzione ha pagato in diritti d’autore poco meno di un milione di dollari!

(A.S. Crudeli)

IL FILM DEL SABATO: Bar Bahar – In between (2016)

Bar Bahar (Libere, disobbedienti, innamorate)

Regia Maysaloun Hamoud
Sceneggiatura Maysaloun Hamoud
Genere drammatico
Francia/Israele, 2016, 96 min

Film d’esordio della regista palestinese Maysaloun Hamoud, ha ottenuto diversi premi in festival internazionali.

Il film ci mostra che esistono diversi modi di essere donna, e che nessuno di questi dev’essere sottovalutato, oppresso, silenziato.

Sisterhood is powerful.

Attualmente disponibile su MUBI.

Soledad

IL FILM DEL SABATO: Train de Vie (1998)

Train de Vien (Un treno per vivere)

Regia Radu Mihăileanu
Sceneggiatura Radu Mihăileanu
Genere Tragicommedia
Francia, Belgio, Israele, Paesi Bassi, Romania, 1998, 103 minuti

Si può ridere dell’Olocausto senza passare dalla parte dei carnefici? Si può raccontare la disperazione senza cadere nella tristezza? Radu Mihăileanu pensa di sì nella tragicomica fiaba di un villaggio ebraico i cui abitanti si travestono da nazisti e da deportati per tentare di fuggire in treno verso l’Unione Sovietica (e da lì in Terra Santa), in un estremo tentativo di sopravvivere.

Billy Pilgrim