Mon ami Donnie Darko

L’estate dei film

La mia prima vera estate di autonomia è stata quella tra la fine delle medie e l’inizio delle superiori. Avevo tanto tempo, due amiche con lo stesso nome e una vecchia bicicletta bianca. Ci salivo la mattina e tornavo la sera, con in borsa solo gli occhiali da sole (quelli che con G. e G. avevamo tutte e tre uguali, ma di colori diversi), l’i-pod da ascoltare in due, con una cuffietta a testa e il telefono che tanto non avremmo usato.

Quell’estate G. – quella alta, eccentrica e con la battuta sempre pronta – ha fatto una proposta che ci avrebbe cambiato la vita: guardare un film nuovo ogni giorno. E così abbiamo iniziato, e non ricordo tutti i titoli né per quanto tempo abbiamo resistito, ma ricordo l’obbligatoria tappa al Blockbuster per noleggiare i DVD e comprare i popcorn e il salotto moderno e luminoso di G. in cui ci sedevamo sul tappeto, davanti alla TV.

È stata l’estate del mio primo film horror, che mi ha terrorizzato per anni fino al momento in cui, un paio d’anni fa, ho deciso di riguardarlo per esorcizzarlo e ho scoperto che non faceva più paura (peccato).

È stata l’estate di Gus Van Sant e Donnie Darko, per noi ex emo bullizzate che cercavamo un’identità (trovando un certo conforto) in libri, film e serie disturbanti che hanno alterato per sempre i nostri neuroni.

Non le amiche, ma questo bagaglio emotivo, più gli enormi occhiali bianchi e le converse scarabocchiate a penna, sono quello che mi rimane di quei mesi da quando Blockbuster ha chiuso e abbiamo smesso di passare i pomeriggi sedute sulla staccionata dello skate-park.
Grazie G. per i film e per tutte le avventure!

E dall’ansia del tempo che passa è tutto,

Soledad

Paranoid Park, Gus Van Sant (2007)
Donnie Darko, Richard Kelly (2001)
The Orphanage, Juan Antonio Bayona (2007)

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